Un po' di chiarezza sui referendum per la giustizia per i quali ci stiamo rendendo promotori della raccolta firme (gli interessati mi contattino: abbiamo fatto banchetti sabato sera e domanica mattina ma abbiamo ancora questa settimana di tempo per incrementare il numero di firme raccolte), approfittando di un recente articolo apparso su BuscateBlog.
Nell'articolo, facendo un po' della solita confusione, si scrive (le frasi in giallo sono loro):
"La "giustizia giusta" per questi signori
è quella che mette in galera i poveracci (il 39% dei detenuti è in
attesa di sentenza definitiva!!!), mentre i potenti la devono fare
sempre franca (anche se condannati)...", e poi un paio di commenti del tipo:
"Ti
devo rettificare: il 40% dei detenuti è in attesa di processo!
Neanche hanno fatto il primo grado! Gente che non ha fatto niente e
neanche sanno perché sono lì."
Beh
Antonio, l'ordine dei numeri è quello e per dare un'idea si parla di
più di 26.000 persone in carcere in attesa di giudizio (cioè ancora
formalmente "innocenti"
Mi chiedo: ma prima di scrivere un'occhiatina ai quesiti referendari no? Se ne avessero preso visione avrebbero visto che uno dei quesiti proposti è esattamente relativo alla custodia cautelare cui si vuole dare un giro di vite. La custodia cautelare è quel provvedimento di carcerazione che precede processo/giudizio e dovrebbe essere applicata a soli casi eccezionali in cui vi sia rischio di inquinamento delle prove, fuga, etc. Attualmente dello strumento si abusa, e le statistiche dicono che il 50% di chi è in carcere per custodia cautelare risulta poi essere innocente! Parliamo di qualche migliaio di persone che vanno in carcere anche per parecchio tempo, senza che abbiano fatto nulla.
Da questa considerazione si può trarre spunto per introdurre un altro tema proposto nei referendum, molto delicato ma importante: la responsabilità civile dei magistrati. Chiaro che l'abuso di cui sopra è in parte ascrivibile a superficialità e/o delirio di onnipotenza di alcuni magistrati, mi sembra quindi corretto pensare ad un deterrente che spinga i custodi della giustizia a rispettarne forma senso e procedura. Come? Non escludendo che delle azioni "allegre" intraprese si debba rispondere civilmente, cioè pagando eventualmente risarcimenti.
Rispetto al fatto che vi siano inoltre molti detenuti in attesa di processo in carcere, tema caro ai pierini di BuscateBlog, credo che valga la pena parlare di magistrati fuori ruolo, altro tema proposto dai referendum. Di cosa si tratta? Si tratta di centinaia di magistrati dislocati ai vertici della Pubblica Amministrazione, magari chiamati dalla politica, che sarebbe opportuno tornassero alle loro funzioni originarie, per smaltire l'enorme quantità di processi che si sono accumulati.
E che dire della separazione delle carriere? Non è un tema di lana caprina, è veramente un tema di giustizia giusta. Il fatto che i magistrati non siano vincolati a permanere nelle loro funzioni di giudici giudicanti da una parte, e magistrati inquirenti dall'altra, determina una commistione non logica tra chi deve decidere considerando senza pregiudizi le ragioni di accusa e difesa, e chi accusa. Attualmente giudicanti e inquirenti sono colleghi in tutto e per tutto, è questa garanzia di imparzialità?
A questo punto la domanda: alla luce di quanto sopra, chi ha scritto questo articolo non dovrebbe essere tra i promotori del referendum, invece che tra i suoi detrattori? Invece no, perchè non conta ciò che è giusto bensì di chi è la faccia del promotore, e allora i referendum non vanno bene se proposti dal PdL
La polemica per la polemica...questo è il livello cui alcuni vogliono rimanga ancorata la discussione a Buscate...
Leggendo questi bei propositi sulla "giustizia giusta" ci si chiede: ma dov'era Forza Italia negli ultimi 10 anni se non al Governo ? Già, conosco la risposta pronta, c'era Gianfranco Fini che non permetteva di fare le cose... Lei , signor Assessore, conosce bene la storia, visto che allora era un fan di Fini...
RispondiEliminaUn saluto.
mi dispiace constatare come gli inviti a confrontarsi nel merito delle faccende piuttosto che fare polemica da 4 soldi non trovio terreno fertile presso di lei. Siccome non mi voglio uniformare al gioco al ribasso le rispondo in modo serio. Il problema da lei sollevato, serio, si può tradurre come "difficoltà nel tradurre in atti concreti i propositi elettorali o, comunque, i propri indirizzi programmatici". Tale problema, comune a TUTTI coloro che si sono avvicendati al governo (cosa che ha contribuito al discredito di cui attualmente la politica è oggetto), ha varie cause, ne cito alcune ma ve ne sono altre:
RispondiElimina1) cultura per cui non si decide in base a ciò che è giusto ma in base a quanto garantisce la propria "corporazione" (partito politico, categoria professionale, etc.). ESEMPI: 1.a) si vuole snellire il numero di processi pendenti e allora si propone l'istituto della mediazione per le faccende di minor rilevanza. Risultato: levata di scudi da parte della classe degli avvocati che ci perdono soldi, cavalcata da chi è in opposizione 1.b) si ritiene utile separare le carriere dei magistrati, ma allora insorge la lobby dei magistrati che vede in questo una perdita delle proprie prerogative, anche qui spalleggiata da chi ne ha convenienza politica 1.c) dato l'affollamento delle carceri si propone di dare i domiciliari a chi stia scontando pene per reati di poco conto e opposizione e non solo per convenienza politica "sputtanano" la cosa bollandola "decreto svuotacarceri", etc. etc.
2) ITER di approvazione leggi e provvedimenti molto farraginoso e complicato
3) la media dei governi degli ultimi 20 ani è stata di 18 mesi. Escludendo i primi 3 in cui uno capisce da che parte è girato e gli ultimi due che sono quelli in cui matura la crisi e quindi si fa poco, resta poco più di un anno in media. In pratica, da una parte manca il tempo, dall'altra avere un orizzonte di breve termine non incoraggia di certo scelte coraggiose
4) qui entra quanto dice lei: le coalizioni, in democrazia, spesso sono soggette a capricci delle componenti e a volte si perde incisività nei provvedimenti a causa della necessità del consenso interno. Questi sono problemi che abbiamo come democrazia, se vogliamo fare un discorso serio, e passano dalla cultura delle persone. Quando mi lamento del fatto che lei a volte abbia una prospettiva pregiudizialmene ostile nei confronti dell'amministrazione lo faccio avendo ben chiaro quanto sopra, e cioè che questo tipo di cultura porta solo all'immobilismo scoraggiando chi vuol fare politiche serie e coraggiose e non NEUTRE, e quindi potenzialmente soggette a scossoni.
mi faccia sapere cosa ne pensa, e perdoni eventuali ritardi nelle risposte ma do un'occhiata al blog solitamente nelle pause. cordiali saluti
aggiungo, cosa non secondaria, che si è sempre strumentalizzata la riforma della giustizia sostenendo che fosse fatta CONTRO i giudici e PRO Berlusconi...direi che porre le cose in questi termini non ha certamente aiutato, che dice?
RispondiEliminaCaro Ing. visto che mi tira in ballo riportando un mio commento, le dico che l'interesse che provate con il delinquente, è l'amnistia.
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