"Non ho più dormito né mangiato, ero preso da crisi di nervi e da nausea - scrive nel 1915 il console a Trebisonda Giovanni Gorrini - al tormento di dover assistere all'esecuzione di massa di innocenti. Le crudeli cacce all'uomo, le centinaia di cadaveri sulle strade, donne e bambini caricati sulle navi e annegati, le deportazioni nel deserto: sono ricordi che mi tormentano l'anima e quasi fanno perdere la ragione".
Quella di Gorrini fu una delle poche voci critiche che si alzarono nell'anno dell'inizio dei massacri per denunciare il genocidio in atto a centinaia di migliaia di cristiani armeni ordinato dal governo dei Giovani Turchi. Una strage programmata, secondo numerosi storici...
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti sono liberi e graditi, ma auspicabilmente educati :-)