Frecce Tricolori

Frecce Tricolori
Riscopriamo l'amor di Patria

venerdì 21 ottobre 2011

Anche Bonolis nel solco del "ritorno all'istinto"

Non so cosa ne pensiate, ma credo che tutti si accorgano che sono in voga, contemporaneamente, due tendenze "filsofiche" apparentemente opposte ma simili circa gli esiti, disgreganti dei valori, che ottengono  (in particolare mi riferisco qui ai valori cristiano/cattolici, ma non solo), che sono:

  • da una parte scientismo/positivismo, che estendono il metodo scientifico a tutti i campi del sapere (detto terra terra, questo approccio non contempla verità che stiano al di fuori della scienza e del suo metodo, sperimentale)
  • dall'altra l'esaltazione di istinto e "animalità" che sarebbero vera essenza del nostro essere umani
In questo secondo filone si colloca, probabilmente, la prefazione di Paolo Bonolis al thriller "Il ricercatore di emozioni" (La lepre edizioni), di Marco Cesati Cassin, «studioso di fenomeni legati al destino, alle coincidenze e alla sfera spirituale» (il virgolettato precedente è tratto dalla quarta di copertina).

Dice Bonolis: «Da secoli ormai l'Uomo ha smarrito l'istinto a favore della ragione...così la vanità del pensiero razionale ha ucciso la purezza della conoscenza eterna e collettiva dell'istinto... La ragione e la logica nel tempo hanno saputo sedurre grazie alla scientificità delle risultanti empiriche e così la madre della scienza e della tecnologia ha partorito colposamente una figlia impropria: la verità! L'Istinto è stato sepolto e le sue grida sono sempre più flebili e inascoltate. Ma la scienza e la ragione, che crediamo empiricamente dedotte, in realtà sono indotte da quei vizi di forma che la natura umana ha sviluppato nei tempi. Di contro la vera madre della nostra vita, quell'eterno istinto che ci ha formato e con noi si è formato dall'alba del nostro cammino, non ha bisogno di riprove per affermare la sua verità poichè la nostra stessa vita ne è la prova assoluta. Ma l'uomo e la sua sposa più esigente, la vanità, questo non lo possono tollerare perchè la ragione la si può manipolare, l'istinto no: altrimenti come si fa a barare?»

Siccome non sono d'accordo mi accodo allo sfottò che ne fa questo articolo de "Il Giornale":
"a Paolo, ma chevvordì??!?!"

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono liberi e graditi, ma auspicabilmente educati :-)