A pochi giorni dal G20 di Cannes il Vaticano ricorda che il mondo
globalizzato e il suo sistema finanziario e monetario non possono essere
in mano ad un gruppo di amici, per quanto ampio e benintenzionato sia:
non governance, ma''shared government'', cioe' il coordinamento non
basta, servono misure super-partes. Serve cioe' una ''autorita' pubblica
a competenza universale''. Dove autorita' sta per ''fondata su diritto,
regole condivise e rappresentativita''', e ''al servizio del bene
comune''.
Il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace pubblica un documento che
vuole fare della attuale crisi mondiale una ''opportunita''' di
riprogettare le regole dopo il declino del mondo disegnato dagli accordi
di Bretton Woods, le bolle speculative, i deliri della finanza
onnipotente, il fallimento delle banche, la crisi dei bilanci statali,
l'aumento nel mondo delle schiere di poveri. ''Apprezziamo'' il lavoro
del G20, spiega il segretario del dicastero, mons. Mario Toso, ''ma non
basta'', ''occorre innovare''. Mons. Toso non ha difficolta' ad
ammettere che le idee proposte possano coincidere con le motivazioni
degli 'indignados': ''Si da' il caso - dice - che anche gli indignados
siano in linea con le prospettive del magistero dei papi, ma questo non
significa che non abbiano una loro razionalita' e che non vadano
sostenute...''. E chi puo' dargli torto? L'idea di una autorita'
mondiale, da Giovanni XXIII in poi e' innervata nella visione della
Chiesa, rilanciata con forza dalla 'Caritas in Veritate' di Benedetto
XVI, con la richiesta di una ''autorita' pubblica a competenza
universale su finanza e monete''.
rif: articolo ANSA
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